Cresce la preoccupazione per il futuro dello stabilimento Stellantis di Rivolta del Re a Termoli che da decenni dà lavoro a migliaia di persone con una media occupazionale di 3 mila addetti più l’indotto, pulizia, mensa e manutenzioni esterne.
Dai vertici dell’azienda la comunicazione della riconversione per far sorgere la cosiddetta Gigafactory per la produzione di batterie per l’alimentazione delle future auto elettriche.
La situazione, però, nonostante il protocollo d’intesa siglato presso la Presidenza del consiglio dei Ministri, non è chiara, sia sul fronte investimenti che su quello occupazionale
Di certo, invece, c’è l’accordo siglato la settimana scorsa tra alcune sigle sindacali e la Dirigenza dello stesso stabilimento, che prevede l’applicazione del Contratto di Solidarietà per 1.036 lavoratori dal 16 maggio al 31 dicembre 2022. Di fatto più di 1000 lavoratori restano esclusi da ciclo produttivo, con il rischio di rimanerci a lungo.
“Siamo preoccupati – ha ribadito Pasquale Sisto, Segretario regionale di Rifondazione Comunista – perché studi di settore affermano che per la produzione di un motore Diesel di media cilindrata occorrono 10 lavoratori, per un motore a benzina 4 e per un motore elettrico, invece, ne basta uno solo. Verranno salvaguardati tutti gli attuali posti di lavoro? Non vi è certezza. Perché nella struttura di Termoli non produrre anche auto alimentate a biocarburante che oltre a non essere inquinante, sono meno impattanti dell’elettrico. E perché non realizzare anche auto ibride con i motori e i cambi” Rifondazione Comunista chiede sia alla Regione Molise che al Governo centrale di intervenire affinché si tutelino tutti i posti di lavoro nello stabilimento termolese.