Giornata mondiale per la sicurezza nei luoghi di lavoro. Il lavoro della Cgil continua

La Giornata mondiale per la salute e sicurezza sul lavoro, ogni anno diventa l’occasione per tornare a parlare di un fenomeno che mostra ancora la necessità di doversi occupare della sicurezza sui luoghi di lavoro, perché è ancora troppo elevato il numero delle vittime nei cantieri, nelle campagne e nelle fabbriche, i luoghi dove le persone si recano per prestare la loro opera lavorativa.
Sempre le organizzazioni sindacali e gli istituti che si occupano di infortuni sul lavoro hanno commentato, attraverso convegni specifici o altre iniziative, un a piaga molto diffusa ed elevata, che mostra come ancora si muore e si soffre a causa della mancanza di sicurezza e di attenzione.
Finora, per molto tempo, si è parlato delle vittime dell’amianto, ma oggi, soprattutto da CGIL, CISL E UIL le considerazioni maggiori arrivano dalla drammatica contingenza legata alla pandemia globale di COVID-19, qualcosa che ha cambiato e forse continuerà a cambiare ancora per molto tempo, le abitudini, le consuetudini ed i modi del vivere.

Per questo, cercando di andare oltre la testimonianza e il ricordo, i dirigenti dei tre sindacati scrivono che “intendono dedicare questa giornata a tutti quei lavoratori – medici in prima linea negli ospedali, infermieri, medici di base, carabinieri, giornalisti, farmacisti, personale delle forze dell’ordine, vigili del fuoco, operai, impiegati, cassieri, addetti alle pulizie, badanti, autotrasportatori e anche parroci – che pur essendo tra i più esposti e colpiti da questa pandemia hanno continuato a lavorare, affrontando difficoltà immense, dimostrando encomiabili doti di altruismo e spirito di abnegazione, operando, spesso, anche in mancanza di dispositivi e piani di prevenzione adeguati, di formazione, e di procedure di sicurezza idonee, mettendo al primo posto valori come la solidarietà e la voglia di salvare vite umane anche mettendo a repentaglio la propri a salute”.
Ma anche ricordano che in Molise avevano chiesto ai diversi attori istituzionali la condivisione di percorsi di responsabilità e ad oggi rilevano risposte, peraltro parziali solo dalle Prefetture, e niente più.

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