Hanno voluto raccontare, tutti insieme, la loro attuale condizione e la forte preoccupazione per il futuro.
Sono gli agricoltori che vivono e lavorano nelle Regioni del Mezzogiorno d’Italia, i quali, dal luogo scelto per la mobilitazione, Scanzano Jonico, in Basilicata, hanno voluto estendere a tutti i cittadini una sorta di slogan, contenente le parole del loro scontento.
Hanno infatti sottolineato di come vogliono dire basta ai costi di produzione, giunti armai alle stelle, mentre i prezzi dei prodotti sono in eterno ribasso.
C’erano, tra di loro, in delegazione, anche gli agricoltori della Cia del Molise, che hanno posto l’attenzione anche sui danni ingenti derivati dalla fauna selvatica, soprattutto i cinghiali, danni che gravano su di loro per moltissime risorse economiche.
Hanno proposto una riflessione complessiva anche sul problema delle speculazioni, quelle attualmente derivanti dalla crisi bellica, speculazioni che di fatto stanno ammazzando l’intero settore agricolo del Sud d’Italia.
Aziende che vengono schiacciate dalle conseguenze, dirette ed indirette, della guerra, attraverso macigni giganteschi, che sono rappresentati dai costi, ormai immensi, dell’energia e dei carburanti, ma anche quelli, triplicati, dei fertilizzanti e delle sementi.
Anche gli allevatori non riescono più a reggere la pressione dei costi e per molti è arrivata o sta arrivando la decisione di chiudere le stalle.
Una situazione davvero difficile, che impone al Governo di intervenire al più presto, mettendo a disposizione aiuti straordinari, che seppur non risolverebbero in pieno i problemi, almeno li rallenterebbero.