Gli attacchi all’ambiente da parte dei gruppi criminali organizzati.

Lo spunto ci viene dal rapporto annuale che Legambiente dedica alla ingerenza nei vari settori ambientali dei gruppi malavitosi organizzati, rapporto che hanno intitolato appunto “ECOMAFIE”.

La questione è complessa, perché si dipana attraverso una lunghissima serie di Società, tutte ricadenti al controllo delle varie “famiglie” che si sono, nel corso degli anni, spostate, ma senza abbandonare i tradizionali campi di intervento, tipo droga, prostituzione, appalti, pizzo e tanto altro, su altri punti di affari, dove il guadagno è sicuro, i rischi sono molto limitati e ci si può perfino vestire i panni di dirigenti illuminati, che procedono alla salvezza del mondo.

Insomma una mistificazione completa, che attinge dal sempre più ampio bacino del degrado culturale, un vortice che è come un immenso buco nero che distrugge le buone intenzioni e valorizza quelle ignobili e corrotte.

Così abbiamo pensato di entrare in merito alle Ecomafie, prima di tutto parlandone in numerosi servizi, diciamo monografici, cercando una sorta di piccola analisi dei fenomeni, che ci sono pertinenti, perché riguardano tutto il territorio nazionale e quindi anche il nostro Molise, che, badate bene, non è affatto l’isola felice da tanti presentata e dove, oltre ai problemi atavici e pressoché irrisolti, esistono ed insistono episodi che presentano comunque preoccupanti motivi di analisi.

Gli attacchi sono tutti concepiti per acquisire sempre più profitti e tutti, ma proprio tutti, implicano sicuramente dei danni ambientali, spesso e volentieri in luoghi che diventano irrecuperabili.

Pochi esempi di intervento malavitoso sono quelli dei comparti dell’edilizia, dove con la complicità della più bieca corruzione degli apparati istituzionali, si gestisce il ciclo illegale delle costruzioni, dunque di opere pubbliche, di sfruttamento ed acquisizioni di terreni che diventano edificabili e per i quali, spesso, percepiscono perfino contributi e incassano prebende dalle risorse pubbliche.

Insomma una cosa sempre più ignobile, con il percorso dell’illegalità applicata al cemento, anche attraverso il fenomeno dell’abusivismo edilizio, che, soprattutto nel Mezzogiorno d’Italia resta come una delle piaghe più dolorose, un gioco che porta immensi bottini, molto ma molto più redditizi dello stesso spaccio di droga, che come sappiamo è in forte espansione nel nostro Bel Paese.

Vi diamo qualche dato tratto dal Rapporto ECOMAFIE 2019 di Legambiente.

Riguardo al ciclo illegale del cemento, ci sono state nel 2018 ben 6.578 infrazioni, 8.694 denunce, 1.619 sequestri e 35 arresti.

Il fenomeno è comunque in sensibile crescita …

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