I cambiamenti del clima penalizzano l’agricoltura e l’allevamento

Siccità prolungata nel centro-sud, esondazioni e piogge intense nel centro-nord: l’Italia è sempre più sotto scacco della crisi climatica. In questo anno che ci sta per lasciare sono stati 351 gli eventi meteo estremi che hanno colpito la Penisola. Un numero in costante crescita negli ultimi 10 anni riferisce la Legambiente con in testa l’Emilia-Romagna.
Nel 2024 l’Italia è stata travolta da una nuova ondata di eventi meteo estremi e di nuovo si è fatta trovare impreparata. Il Governo Meloni non ha messo in campo nessuna strategia di prevenzione come, ad esempio, una legge per fermare il consumo di suolo.
In un momento in cui è necessario razionalizzare l’utilizzo di acqua a beneficio di aziende agricole e cittadini le associazioni dei coltivatori ribadiscono la necessità di creare in Molise piccoli invasi artificiali per la raccolta di quella piovana. Ciò consentirebbe di garantire flussi idrici per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita.
L’esiguità di acqua disponibile è imputabile non solo ai cambiamenti climatici ma spesso anche a acquedotti colabrodo che disperdono pure quella poca disponibile. I cambiamenti del tempo devono essere al centro dell’interesse in un Paese come l’Italia che passa da un’emergenza all’altra. A soffrire enormemente per la penuria di risorse idriche, oltre l’agricoltura, vi è in regione l’allevamento per mancanza di acqua e foraggio, quest’ultimo seccatosi in campo o non giunto a maturazione a causa delle poche e deboli piogge.