Uno studio dell’Istituto Neuromed evidenzia come una dieta ricca di alimenti ultra processati possa avere effetti negativi sull’organismo e accelera l’invecchiamento biologico delle persone. I ricercatori dell’Istituto di Pozzilli hanno potuto stimare il consumo di cibi industriali fatti con sostanze che abitualmente non vengono utilizzate in cucina, come ad esempio proteine idrolizzate, maltodestrine, grassi idrogenati, e che contengono additivi come coloranti, conservanti, antiossidanti, anti-agglomeranti, esaltatori di sapidità ed edulcoranti.
Tra questi alimenti snack confezionati, merendine o bevande zuccherate, pane industriale, patatine, yogurt alla frutta, caramelle, cioccolatini, pizze surgelate, salse, alcuni cereali per la colazione o zuppe pronte. Lo studio scientifico ha dimostrato che un elevato consumo di questi prodotti confezionati è associato a un’accelerazione significativa del decadimento naturale di uomini e donne. Le persone sono quindi biologicamente più avanti negli anni della loro effettiva età cronologica. Il declino biologico è infatti un “orologio interno” del nostro corpo, che riflette il vero stato di salute dell’organismo. I dati del Neuromed mostrano che un elevato consumo di cibi ultra processati non solo ha un impatto negativo sulla salute, ma può accelerare proprio l’invecchiamento.
Oltre ad essere inadeguati da un punto di vista nutrizionale, essendo ricchi di zuccheri, sale e grassi saturi o trans, i cibi ultra processati subiscono una intensa lavorazione industriale che ne altera le caratteristiche, con la conseguente perdita di nutrienti e fibre.