I finanzieri di Chieti avvisano tre persone che si sono concluse le indagini nei loro confronti, tre soggetti imputati per “maltrattamenti e indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento diversi dai contanti, notifiche inviate anche a 22 persone considerate offese.
Al centro di tutto i militari della Compagnia di Lanciano, nel cui territorio si trova la Residenza Sanitaria Assistita, dove sarebbero stati commessi numerosi reati.
La prima vicenda riguarda l’impiego di cinque lavoratori, impiegati totalmente in nero.
E’ bastato questa circostanza per far scattare ulteriori indagini, che hanno rilevato plurimi episodi di sopraffazione a danno degli ospiti della Residenza .
Una inchiesta che, attraverso investigazioni di natura tecnica , sostenuta da contenuti video e fotografici, da chat telefoniche e testimonianze varie da parte degli addetti alla casa di cura, degli ospiti e dei loro parenti, ha ricostruito minuziosamente le varie condotte illecite, perpetrate dal gestore della struttura assistenziale, un 45 enne residente a Lanciano.
Tali condotte sono state considerate “inumane e lesive per la dignità e la salute degli anziani residenti”.
È stato, infatti, accertato l’utilizzo di mezzi di coercizione, tali da non permettere la deambulazione dei pazienti, costretti da veri e propri reciti metallici, ma anche il distacco notturno dei campanelli salvavita e la mancata comunicazione all’Autorità Sanitaria dell’insorgenza di un focolaio di scabbia.
Infine, ma ugualmente grave, i numerosi prelievi di denaro dal conto corrente di un degente, prelievi, da parte del gestore della RSA per un ammontare di oltre 7 mila euro.
Coinvolte nella vicenda anche una 52enne di Lanciano, anch’essa dipendente della struttura e un 63enne di Paglieta, collagato al gestore per conoscenza diretta.