Ce ne accorgiamo ogni giorno, soprattutto quando capitano gli eventi più drammatici che mettono a rischio l’intero sistema ambientale del Paese, quando scoppiano gli incendi più terribili, quelli che devastano interi territori, come è stato per la costa molisana e per altri luoghi della regione, ma anche quando la terra cammina come nelle frane o l’acqua invade tutto, come nelle alluvioni.
Proprio allora ci accorgiamo dell’importanza della difesa e tutela del territorio e del fondamentale ruolo degli agricoltori, che vivono nelle aree rurali e fungono da sentinelle, da testimoni oculari e qualificati dei cambiamenti, spesso deleteri, che annunciano gli eventi tra i più disastrosi.
Siamo, come da tempo sottolineano le Associazioni di categoria, tra le quali la Coldiretti, molto ma molto vicini ai problemi, come quando affermano che “l’emergenza degli incendi appare strettamente connessa con il recente fenomeno del grande aumento di richieste di autorizzazioni per la creazione di impianti fotovoltaici a terra, richieste, le quali, in caso di parere positivo causano l’abbandono e perciò la mancanza di presidio di vaste aree di territorio agricolo”.
Una situazione che interessa anche il Molise, dove infatti è partita da tempo la “corsa” alla produzione di energia da fonti rinnovabili, la stessa direzione di tanti altri luoghi, con il segno simile di sacrificare, sempre più spesso, quei terreni agricoli vocati a produzioni di eccellenza, terreni assolutamente non “replicabili” in altre aree del territorio.
Arriva da e con queste considerazioni la battaglia specifica dei giovani titolari di impresa, che “hanno lanciato in tutta Italia la petizione “Sì all’energia rinnovabile senza consumo di suolo agricolo”, per chiedere alle Istituzioni di investire nelle fonti alternative di energia senza dimenticare il ruolo fondamentale dell’agricoltura e la bellezza unica dei territori, che andrebbero compromessi senza una programmazione territoriale degli impianti fotovoltaici a terra”.