I molisani hanno speso nel 2023, 339 milioni di euro per acquistare beni durevoli

L’Osservatorio della Findomestic è puntuale, da alcuni anni, a consegnare agli organi d’informazione una ricerca accurata sulla spesa complessiva dei beni durevoli in ogni parte d’Italia.

Per quanto riguarda il Molise, l’acquisto di questi beni, che sono rappresentati dalle automobili vecchie e nuove, dai motoveicoli, dagli elettrodomestici grandi e piccoli, dall’elettronica di consumo, dai mobili, dalle informazioni tecnologiche per le famiglie e dalla telefonia,sono complessivamente cresciuti, rispetto al 2022 del 5,9%, superando di fatto la spesa di Sardegna, Basilicata e Sicilia.

Parliamo di 339 milioni di euro, ripartiti nelle categorie già menzionate, che mostrano a volte una gran crescita ed altre sicuramente diminuite.

Un esempio: la crescita del quasi 19% delle automobili nuove e del circa 17%di quelle già usate, ma anche il 27% dei motoveicoli e di un più piccolo 1,8% per gli elettrodomestici.

Le altre categorie di beni durevoli sono in calo, primo fra tutte quella relativa all’elettronica di consumo, che ha registrato un meno 29,1%,.

Cali minimi per i mobili e per la telefonia, con dati decimali, inferiori all’un per cento.

Ogni nucleo familiare ha impegnato poco più di 2.500 euro per tali acquisti, un valore di meno di 255 euro della media nazionale, perà superiore di ben 468 euro di quella del Mezzogiorno d’Italia, un segno sicuramente positivo, rispetto alla capacità di spesa, un dato che bisogna leggere con molta attenzione., soprattutto perché ha risvolti positivi minimi, restando quelli negativi sicuramente più determinanti.

Comunque il primo posto in Molise lo ha conquistato la Provincia di Isernia, con consumi di oltre 2700 euro a famiglia, superiore alla spesa della Provincia di Campobasso.

Le due Province, infine e per essere il più precisi, occupano tra quelle italiane, Isernia il 61esimo posto della graduatoria dei 107 territori provinciali del Paese, mentre Campobasso si posiziona al 70esimo posto, dati questi che determinano, nella condizione della Regione, l’occupazione della penultima casella per la spesa complessiva di questi beni.