I pagamenti in ritardo delle grandi aziende danneggiano i fornitori

Parliamo delle Grandi Imprese, quelle che spesso e volentieri determinano gli andamenti economici e finanziari nazionali e costruiscono le possibilità di sviluppo.

Parliamo di una bruttissima abitudine che le contraddistingue e che storicamente torna ogni qualvolta si rende necessario un rifinanziamento delle attività.

La questione riguarda i periodi economici problematici, come quelli che stiamo attraversando oggi, con l’economia che frena, l’inflazione che cresce, con gli aumenti dei tassi di interesse e tutta quella serie di situazioni negative che fanno preoccupare un po’ tutti.

In questi periodi succede che nelle transazioni commerciali tra privati costantemente tornano ad allungarsi i tempi dei pagamenti delle medie e grandi imprese nei confronti dei propri fornitori.

È sempre stato così, affermano alla CGIA di Mestre, e forse sempre ancora lo sarà, fatto sta che nei primi tre mesi di quest’anno l’abitudine si è ripetuta ed i ritardi sono tornati ad aumentare.

Nel nostro Paese oggi il saldo avviene dopo 69 giorni dall’emissione della fattura.

La posizione dominante delle aziende imprenditoriali più grandi cavalca senza freni questo modo subdolo di fare, che significa finanziare la propria azienda con le risorse di quelle più piccole, dunque creando un danno importante a queste ultime.

Naturalmente questo modo di fare si ripercuote su tutta la filiera perché pesa in negativo sulla liquidità delle imprese, ne compromette la competitività e la redditività, soprattutto quando il ritardo spinge il creditore a dover ricorrere a un finanziamento esterno.

Una situazione negativa che, oggi, per colpa dell’ulteriore aumento dei tassi di interesse, annunciato dalla Banca Centrale Europea, è perfino destinata a peggiorare.