Per più di qualcuno è improponibile dar corpo ad alcuni provvedimenti, di natura assai significativa, a soli quattro giorni da un voto come quello europeo, ma anche amministrativo, visto e considerato che almeno un terzo del totale degli elettori italiani dovranno esprimersi su Sindaci e Consiglieri comunali.
Parliamo delle liste di attesa e dei due percorsi messi in campo, il Decreto e il Disegno di Legge.
Due momenti della stessa storia, un problema che dovevasi comunque affrontare, dato il carattere di emergenza che vive per questo problema il Paese ed i suoi cittadini, ma anche la decisione di proporre due sentieri, che però non risolvono alcuni nodi critici.
Uno di essi, sicuramente importante, mostra uno scenario non certo adeguato, perché non prevede investimenti solidi, non quantifica risorse e tanti concordano sul fatto che senza le reali assunzioni nella Sanità niente potrà mai cambiare.
Tanti sono convinti che questi percorsi, così come sono stati costruiti, possono diventare una specie di presa in giro, amarissima, per quanti hanno urgenza di cure e non riescono ad ottenerle nei tempi adeguati.
In pratica l’urgenza è significativa, perché centrale e di vitale importanza, le strade prospettate mantengono punti di difficoltà e non contengono risposte e soluzioni.
Cittadinanzattiva coglie due nodi, uno raccoglie il problema delle risorse, quando afferma che “nessuna riforma sostanziale può funzionare senza investimenti adeguati”, l’altro nodo è “quello della modalità con cui i cittadini potranno far ricorso al privato accreditato o all’intamoenia, dietro pagamento del solo ticket, quando vengono superati i tempi di attesa previsti in relazione al codice di urgenza”.
La prospettiva non è certa, resta solo l’augurio che si arrivi ad una giusta chiarezza nel tutto, perché nel testo del provvedimento si trova soltanto il diritto sancito sulla carta, cosa tra l’altro che era già prevista nella legge n. 124 del 1998,
Intanto a questi punti critici si aggiunge l’elemento di incertezza rappresentato dai rispetto o meno dei cosiddetti ambiti territoriali, in pratica dalle possibilità per i cittadini di ottenere visite ed esami nei luoghi vicini alla propria residenza, senza doversi allontanare di molti chilometri dalla propria abitazione.