L’annuncio, nei giorni scorsi, del generale Angelo Giustini, della volontà di presentare le dimissioni da Commissario ad acta della Sanità del Molise necessita, a questo punto della storia, di una qualche nostra riflessione.
Partiamo dal punto chiave, che è quello della presenza di un Commissario della Sanità, una figura che è prevista centrale per quei territori regionali che sono in regime di debito.
Il Molise lo è, un debito forte accumulato nel corso degli anni e nell’ambito dei mandati di più Presidenti di Regione, sia di schieramento del centrodestra che del centrosinistra.
Debito che deve essere comunque ripianato e che le gestioni commissariali precedenti non sono riuscite a farlo.
Angelo Giustini arriva con questo compito ed assume un ruolo che di fatto sostituisce alla gestione ogni altro organo istituzionale, Presidente di Regione, Giunta o chicchessia.
Lui analizza, prepara, dispone e gli altri, in primis la Direzione dell’Asrem, operano in funzione delle disposizioni.
Certo ci sono stati momenti di tensione, discussioni, accuse, tutto un caos operativo che, a nostro avviso, non ha portato ai ripianamenti sperati, ma anzi ne ha, sembrerebbe, aumentata la misura, vedi anche i vari passaggi polemici sulla quantità, sull’entità, in palese disaccordo, del debito stesso.
Arriviamo, però, al momento covid, ai dati di contagio, ai tanti troppi morti, arriviamo alla proposta del Commissario, che è quella di dar vita ad una struttura speciale per i pazienti contagiati, recuperando la piena operatività del Vietri di Larino.
Tutti d’accordo, tutto il Consiglio regionale che sottoscrive un atto, i Sindaci, la maggior parte dei Comitati e delle Associazioni, la proposta del generale piace, tutto fatto … invece no, l’accordo viene calpestato, la proposta si liquefa, si sceglie altro, il Commissario parla di boicottaggio, di remare contro, di sminuire il suo lavoro … ed arriva la minaccia di dimissioni, che il Ministero della Salute non raccoglie e dunque di fatto appoggia l’operato di un Commissario che si è visto respingere una sua proposta accolta positivamente da più parti.
Siamo al’ambiguo che più ambiguo non si può, tutto mentre al Cardarelli d Campobasso scoppiano focolai interni, chiudono reparti, spostano pazienti, tutto in un cocktail di problemi, tra operatori che mancano e che non rispondono agli inviti a venire nel Molise, denunce, presenze di Carabinieri, indagini, sequestri di documenti, accuse che girano nei corridoi, chiacchiere a mille, problemi, problemi e problemi … Intanto, poveri noi, che ad occhio siamo messi davvero male.