Per gli analisti della CGIA di Mestre questo Natale sarà davvero davvero da festeggiare, ma a farlo sarà solo e soltanto lo Stato.
La ragione è infatti l’aver incassato, nei primi 10 mesi dell’anno, la bellezza di oltre 28 miliardi in più di tasse rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, in pratica una cifra pari all’1,4 punti di Prodotto Interno Lordo, una cifra che, di sicuro, è destinata ad aumentare, se solo consideriamo le scadenze fiscali di novembre e dicembre.
Un incremento che però non è assolutamente dovuto all’aumento delle singole tasse, ad alcun incremento del carico fiscale per le imprese e le famiglie, ma dovuto essenzialmente ad alcuni aspetti congiunturali distinti, come una moderata crescita economica, avvenuta quest’anno, l’aumento dell’inflazione, l’incremento dell’occupazione e il rinnovo di alcuni contratti collettivi di lavoro.
A tutto questo bisogna aggiungere la circostanza che, a fine 2022, è venuto meno il taglio delle accise sui carburanti, una misura che era stata introdotta per una buona parte dell’anno e che aveva aiutato notevolmente i cittadini.
Una situazione che si deve comunque tener conto in questo periodo,caratterizzato dalle scelte politiche governative su molti dei percorsi economici che ci vengono richiesti dall’Europa e dal Paese e che dovranno comunque implicare alcune nuova direzioni da intraprendere, come sottolineano le maggiori associazioni di analisi economiche italiane ed europee.