L’impressione è che per il Molise il futuro sia davvero compromesso.
Sono sempre di più le carenze e le situazioni senza soluzioni, con una popolazione che sembra totalmente rassegnata, priva di reazioni, quasi totalmente abbandonata a se stessa, una sorta di deriva.
Un insieme di percezioni che arrivano anche dalla visita a Palazzo D’Aimmo, nei momenti in cui è in atto una assise del Consiglio regionale e si ascoltano, volenti o nolenti, gli interventi dei consiglieri, ma anche i mugugni nei corridoi.
Così ci andiamo accorgendo che si procede tra insulti e controinsulti, rivendicazioni reciproche di bontà amministrative e valenza politica, ma anche piccole grandi cattiverie, circoli linguistici ad effetto, strategie come per conquistare una qualche attenzione, così come un “mi piace” sui social.
L’ultimo atto è stata la diatriba tra Aida Romagnuolo ed Andrea Greco, un momento di forte drammaticità rivendicativa, fatta da affondi, parate e contraffondi, nel gioco di misure assai colme, condite con minacce di denunce e di controdenunce.
Forse dovremmo abituarci a questi modi di politicare, perché le poste in gioco sono alte, come alti sono gli stipendi che vengono assegnati ai vincitori delle lotterie elettorali.
Robe che raccontano più i pettegolezzi che le qualità gestionali di maggioranze ed opposizioni, storie spesso incomprensibili a chi vorrebbe per la propria terra condizioni sempre migliori.
Tutto mentre non si sa nulla di come si andrà alle prossime elezioni, con quali candidati, con quali schieramenti, tutto mentre girano solo richieste per chi lotterà per la Presidenza, tutto mentre sembra governi l’ambiguità fatta persona, scordando tranquillamente le più drammatiche conclusioni, che nel nostro Molise i voti arrivano solo da una parte degli elettori, mentre l’altra si è allontanata e messa a debita distanza, forse per non essere coinvolta, per non voler scegliere in una proposta complessiva che di scadente ha davvero molto.