La premessa è che nello scorso mese di aprile, dopo sei anni, in Conferenza Stato-Regioni è stata raggiunta una intesa sul cosiddetto Decreto Tariffe, approvato poi ad agosto, che prevede il rinnovo del piano tariffario delle specialistiche ambulatoriali e dell’assistenza protesica, quella che comporta la fornitura di protesi e di tutti gli ausili tecnologici, rientranti in un processo riabilitativo nei tempi della prevenzione, correzione o compensazione di menomazioni o disabilità.
Una intesa che, attraverso nuove tariffe della specialistica ambulatoriale, avrebbe dovuto favorire prestazioni tecnologicamente avanzate su tutto il territorio nazionale e dunque anche in Molise, aprendo così la strada all’entrata in vigore ovunque dei Livelli Essenziali di Assistenza, varati nel 2017.
Sembrava tutto fatto per un passo positivo, invece adesso arriva la notizia di un altro rinvio da parte del Ministero della Salute, uno slittamento, richiesto dalle Regioni e Province autonome, dell’applicazione delle nuove tariffe ad aprile 2024, dunque un brutto regalo di Natale per tanti pazienti e cittadini.
Ne sottolinea il momento oscuro l’Associazione Cittadinanzattiva, che scrive come “dopo anni di proroghe, viviamo un ennesimo rinvio, torna a concretizzarsi la situazione dove si continua a negare l’accesso e l’equità alle cure, anche e soprattutto quelle innovative”.
“Da 7 anni” – scrivono dalla segreteria generale di Cittadinanzattiva – “noi cittadine e cittadini aspettavamo l’entrata in vigore dei Lea, decretati nel 2017, un percorso che avrebbe sbloccato quegli altri già individuati perché considerati necessari dallo stesso Comitato Lea ministeriale”.
Invece no, niente di tutto questo, il rinvio odierno si va ad aggiungere ai tanti altri misteriosi impedimenti, ai passi falsi, agli slittamenti strumentali, agli errori e scelte che si riversano sui pazienti e sulle loro famiglie, che si sentono sempre più abbandonati, come i molisani possono testimoniare, dalla macchina statale della sanità,quella che dovrebbe tutelare la salute di tutti gli italiani, anche soltanto per fini costituzionali.