La contraddizione è immensa, una immagine che racconta di un Molise nettamente diviso tra chi persegue gli obiettivi importanti di accreditarlo, per cultura e turismo di qualità, tra i luoghi più sereni del mondo e chi invece contribuisce a lavorare per renderlo sempre più brutto, sporco e cattivo.
Sono tanti gli episodi che raccontano questa seconda prerogativa, ma noi vogliamo sottolineare, per adesso, soltanto il territorio di conquista che è diventato per mano di chi fa affari con lo spaccio d3ella droga.
L’episodio del giovane di 23 anni, incensurato, fermato in territorio di Riccia, mentre tornava dal grande mercato pugliese della droga, fa pensare proprio ad una terra che ha ormai raggiunto i punti di non ritorno di un problema assai difficile.
Mostra soprattutto che c’è una piazza, ampia e assai diffusa sul territorio, che accoglie l’uso della deroga, che pratica soprattutto la cocaina, che ormai è totalmente compromessa.
Le operazioni antidroga si succedono, le forze dell’ordine stroncano traffici importanti, arrestano, procurano ferite ai corpi delinquenziali che dirigono il traffico, ma è evidente la crescita abnorme di una domanda che parte ormai da una fascia di popolazione sempre più numerosa ed esigente.
Probabilmente bisognerebbe fare di più, forse alzando l’asticella delle azioni repressive, forse scegliendo il carcere e non preferendo i domiciliari, forse eliminando certi limiti legislativi e dando ai magistrati la possibilità di colpire con più efficacia e forse, visto che il più delle volte parliamo delle implicazioni dei giovani, chiedere ai genitori di svolgere un ruolo di controllo maggiore sui loro figli, come sottolinea il questore di Campobasso, Giancarlo Conticchio.