Nei prossimi giorni il presidente della giunta regionale Donato Toma incontrerà i sottosegretari al Ministero della Cultura per dirimere la questione dei 20 milioni di bando nazionali che Pietrabbondante ha perso solo un paio di settimane fa dopo il ricorso formalizzato dal Comune di Castel del Giudice, altro piccolo borgo di montagna e dell’Alto Molise.
La scelta per non perdere queste ingenti risorse è politica, e c’è tutta l’intenzione da parte del governo regionale di centro-destra di non uscirne a mani vuote.
Il Consiglio di Stato aveva escluso a metà dicembre in via definitiva il Comune di Pietrabbondante da un finanziamento pari a 20 milioni di euro previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza poichè non possiede i requisiti di ammissibilità ai fondi da investire nel comparto della cultura.
Stop alle risorse per Pietrabbondante e gli stessi giudici del Consiglio di Stato hanno rimandato la verifica alla Regione Molise dei requisiti di ammissibilità al bando da parte dell’amministrazione di Castel del Giudice rispetto alla perimetrazione urbana e l’aderenza alla definizione di borgo storico.
Il 2023 sarà in ogni caso decisivo per le sorti di una vasta area di montagna, al confine con l’Abruzzo, che se privata dei necessari progetti e investimenti sarà presto destinata alla definitiva cancellazione.