Il Molise si prepara a vivere le celebrazioni del Venerdì Santo

Raccoglimento, fede, memoria, tradizione. Oggi pomeriggio, come ogni anno il Venerdì Santo le città di Campobasso ed Isernia si preparano a vivere due tra le processioni più suggestive e cariche di significato dell’intera regione: il rito del “Teco Vorrei” nel capoluogo e la processione degli Incappucciati nella città pentra.

A Campobasso, l’attesa è tutta per il corteo della Madonna Addolorata ed il Cristo Morto che partirà dalla Cattedrale. In un’atmosfera di profondo silenzio e commozione, centinaia di fedeli accompagneranno le statue. Il momento più toccante sarà, come sempre, l’esecuzione del “Teco Vorrei”, il canto sacro, che risuonerà tra le vie della città. Le voci del coro e le note della banda si alzeranno lente e solenni, rendendo palpabile il dolore e l’amore della Madre per il Figlio, in una delle espressioni più intense della devozione popolare molisana.

Ad Isernia, invece, a calare il velo del sacro sarà la tradizionale Processione degli Incappucciati: a sfilare per le strade saranno i membri delle Confraternite vestiti con tuniche bianche e cappucci che nascondono il volto, in segno di penitenza. Il corteo, illuminato solo dalla luce tremolante delle fiaccole, è accompagnato dal suono cupo dei tamburi e da un’atmosfera austera e carica di mistero. Anche qui, la partecipazione della cittadinanza è profonda, sentita, quasi viscerale: un momento in cui la spiritualità si intreccia con il senso di appartenenza.

Due città, due riti diversi ma ugualmente intensi, due modi di raccontare la Passione di Cristo che affondano le radici nei secoli e che ancora oggi riescono a commuovere e a unire intere comunità.

A Campobasso la melodia struggente del “Teco Vorrei”, ad Isernia il silenzio eloquente degli Incappucciati: due simboli di fede e tradizione che si rinnova.