Il Movimento 5 Stelle contro il Piano Operativo Sanitario illustrato dal governatore Donato Toma

Il Piano Operativo Sanitario illustrato dal Presidente della Regione Molise Donato Toma che si pone l’obiettivo di creare un’integrazione funzionale pubblico-privata continua a generare malumori.

Ultimo in ordine  temporale porta la firma del sempiterno Movimento 5 Stelle a cui la gestione Toma non è mai andata giù.

Secondo gli esponenti pentastellati infatti sembrano emergere nuovi tentativi di gettare fumo negli occhi dei cittadini: mandante lo stesso presidente-commissario che ha svelato le carte del piano.

L’opposizione punta principalmente il dito contro l’annuncio fatto dal Governatore riguardo alle future assunzioni di oltre 900 professionisti del settore: numeri che a primo sguardo sembrerebbero confortanti ma che se rapportati alle problematiche della sanità locale perdono di fascino.

A lanciare l’allarme un’interrogazione a prima firma il pentastellato Angelo Primiani che ha chiesto chiarimenti alla stessa Azienda Sanitaria Regionale.

La contestazione parte dal fatto che i numeri di assunzioni previste dall’ultimo piano siano – si apprende dal movimento –  molto simili a quelli riportati dal Piano di fabbisogno del personale nel triennio 2018-20.

In sostanza la preoccupazione è che questo numero di assunzioni – tra personale in età pensionabile e ricambio generazionale –  potrebbe non essere sufficiente.

Alla problematica quantitativa poi secondo i grillini se ne aggiungerebbe anche un’altra: quella burocratica.

La consueta lentezza dell’Asrem – fanno sapere – non ha mai permesso di approfittare dell’enorme occasione di rilancio dei nostri ospedali pubblici; e se è vero che qualche bando è stato pubblicato, è altrettanto vero che spesso  tra la pubblicazione degli avvisi e quello delle graduatorie, gran parte dei partecipanti trova impiego in altre regioni.

Proprio per questo gli esponenti dei 5 stelle chiedono ai massimi responsabili della Sanità regionale – Toma e Florenzano – di evitare proclami e prendere atto che i concorsi in regione – e di riflesso l’intero sistema sanitario – non sono appetibili è che l’operato dell’Azienda Sanitaria Regionale ne è la causa principale.

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