L’azione è di quelle che determinano subito il grado di civiltà e di educazione di un popolo e la soglia di quello che lo stesso popolo può tollerare, assolvere o condannare.
La cronaca nuda e cruda parla di una incredibile e gravissima azione di cattiveria e malvagità: qualcuno, forse un gruppo, per un macabro divertimento e molto probabilmente per un sicuro ritardo mentale prende di mira un povero cane dal nome umano, Peppino, gli infilano in una narice un petardo, che fanno scoppiare.
Questo è tutto, un gesto inutile di gigantesca stupidità, una cattiveria che produce danni terribili al cane ma anche al cuore di coloro, e sono tanti per fortuna, che amano gli animali e, forse anche gli uomini, ma non certo quelli capaci di tali ignobili azioni.
Questo gesto è un vero e proprio reato, punibile tra l’altro con l’arresto, perché in una nazione civile, come si ritiene l’Italia, non si possono tollerare, ché sono violenti e portati contro degli esseri viventi, che conoscono e percepiscono la sofferenza e il dolore.
Abbiamo già ascoltato parole di assoluzione per questa gentaglia da quattro soldi, abbiamo sentito concetti come “ragazzate, bravate, noia”, ma noi siamo convinti che si tratta di un vero reato ed è frutto di una società sempre più malata, che non sa rispettare gli altri, perfino i luoghi, che sa soltanto percorrere le strade del proprio comodo, disdegnando i valori e procedendo soltanto alla affermazione dei proprio bisogni individuali.
Siamo alla processione di un degrado culturale incredibile, qui, a Campobasso, nel Molise, nelle nostre case non lontano, non in posti sconosciuti, qui, dove ci conosciamo un po’ tutti e dove dovrebbero essere la solidarietà e il rispetto reciproco le basi della nostra esistenza.
Invece nessun segno di vicinanza agli altri, viviamo in un piccolo pezzo di mondo con i muri delle case sporcati da scritte per lo più oscene, con tutte le strade che ci offendono solo a percorrerle, con l’odio per altri esseri umani dentro i nostri occhi, con l’inciviltà del vivere, con tanta cattiveria e tantissima malvagità.
Viviamo in un mondo che non è più isola felice, siamo in percentuale tra i primi territori per consumo e spaccio di droghe, tra i primi per le truffe agli anziani, le nostre case vengono visitare quasi tutte da ladri, non siamo mai veramente sicuri, siamo prigionieri ormai di un mondo brutto, perverso, irriconoscibile.
La vicenda di Peppino sta producendo una riflessione che non può risolversi con un niente di fatto, chiediamo, a chi di competenza, di indagare e di indagare per bene, perché questa azione va perfino al di là di un reato previsto dai codici e dalle leggi, perché è e rappresenta il segno di un mondo che sta cambiando in peggio e che comincia davvero a farci paura.