La pace nella maggioranza che sostiene il presidente Toma e che, perciò, governa il Molise ogni tanto vacilla e crea momenti di scontro e di forte polemica, al punto che spesso, in questa legislazione, si è sfiorato il momento di chiudere l’esperienza e di tornare al voto, cosa tra l’altro richiesta, ufficialmente e ufficiosamente, da alcuni personaggi politici del centrodestra.
L’ultimo episodio parte da alcune nomine che il Presidente del Consiglio regionale, Salvatore Micone, ha attuato nelle prerogative dei cosiddetti poteri sostitutivi.
Si è trattato di nominare i revisori dei conti dell’Agenzia Regionale per lo Sviluppo Agricolo, Rurale e della Pesca e del Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Valle del Biferno, ma anche alcuni componenti del Consiglio di amministrazione di Molise Acque.
Una decisione che ha scatenato reazioni e controreazioni per tanti versi disastrose, che hanno sottolineato come gli equilibri tra gli uomini e le forze politiche siano davvero molto precari e che da un momento all’altro tutto può precipitare, con le ovvie problematiche che ricadrebbero ancora una volta sui molisani, che ormai vivono la complessità di scelte prive di qualunque sicurezza per il loro futuro, economico, sociale, culturale che sia.
Tra i primi strali, quelli che arrivano dal già presidente Michele Iorio, che parla di “nomine da basso impero”, sottolineando letteralmente che “mai nella storia politica di è visto utilizzare metodi penalizzanti per la scelta delle amministrazioni degli enti in quota ai partiti di maggioranza”.
Rivendica componenti, decisioni già decise in maggioranza, garanzie del presidente Toma e una sorta di rispetto dei ruoli e dei pesi degli uomini e delle forze politiche, tutte cose che non hanno trovato riscontro alcuno.
Ma anche Aida Romagnuolo ha fatto sentire tutta la sua contrarietà, affermando che “come i molisani lei stessa si è sentita tradita e delusa”.
Non si tirano indietro i consiglieri del Movimento 5 Stelle, che con il loro capogruppo, Andrea Greco, scrivono che Micone “ha umiliato migliaia e migliaia di persone, riferendosi agli elettori del Movimento”, quando ha escluso ogni loro indicazione da Molise Acque e nominando invece chi era indicato dai consiglieri del Partito Democratico”.
A questo punto è partita la corposissima replica del Presidente del consiglio regionale, che non si limita ad una sorta di autoassoluzione, ma colpisce e colpisce duro, sottolineando le responsabilità di tutti, anche quelle minimizzate, forse tenute nascoste, perché si sa per certe cose è meglio attaccare briga, che restare in silenzio non sembra elettoralmente ben fatto.
Intanto c’è caos, ma come spesso accade, siamo convinti che sia solo fumo, nebbia che confonde ma non incide più di tanto.