Il Referendum della Legge Calderoli non piace al centro-destra in Consiglio regionale

La responsabilità della maggioranza in Consiglio regionale, in relazione all’Autonomia Differenziata e all’eventualità del referendum abrogativo della Legge Calderoli o di una sua parte, è oggi assolutamente evidente.

I Consiglieri di maggioranza, infatti, con 13 voti hanno respinto i tre provvedimenti richiesti dal Partito Democratico e Costruire Democrazia, due proposte di deliberazione ed una mozione, tutti relativi al percorso referendario, ritenendo, perciò, di mantenere fermo il proposito leghista che ha portatoall’approvazione di una legge che i più dichiarano servirà a spaccare l’Italia in tante realtà dove le più ricche saranno sempre più ricche e le Regioni povere avranno difficoltà a sopravvivere, soprattutto riguardo ai servizi a disposizione dei cittadini.

Le proposte e la mozione sono state respinte a maggioranza, solo 6 i voti favorevoli da un Consiglio che annoverava due assenze.

La questione è stata, punto assai critico, senza peraltro spiegare le vere e concrete ragioni di essere contrari ad appoggiare un Referendum che rimanderebbe alla gente il compito di indicare se si ritiene o meno di mantenere un percorso dove esistono, per legge, nuove disposizioni di autonomia, creando differenze tra territori, in un periodo tra l’altro in cui il concetto più favorevole è quello di un coinvolgimento collettivo, una necessità di uniformare i luoghi e non creare disparità in quelli che sono i diritti costituzionali dei e per i cittadini.

Una responsabilità, dunque, che la maggioranza in Consiglio regionale si è assunta e di cui dovrà, molto probabilmente, risponderne nel futuro, una scelta in direzione contraria con quanto stanno chiedendo molti cittadini, soprattutto meridionali, che stanno firmando in numero elevato i moduli predisposti per chiedere il Referendum.