I rumori, innanzi tutto, il riposo notturno guastato da una infinita gamma di rumori, dovuti soprattutto ai mezzi non adeguati, alcuni sicuramente rotti, davvero “rumorosissimi” in ogni operazione di raccolta, perfino la più semplice, ma anche i vetri delle bottiglie, spostati senza attenzione, che svegliano più delle proverbiali cannonate e lasciano insonne il povero cittadino.
È questa la situazione che avviene, in piena notte a Campobasso, nel servizio della raccolta dei rifiuti.
Ce lo hanno segnalato in molti e questa volta abbiamo scelto la zona di via Monte Grappa, quando in una notte qualsiasi un cittadino ha voluto registrare le modalità organizzative della raccolta, da parte degli uomini e dei mezzi della Sea.
In verità noi di di TLT siamo sempre stati solleciti a documentare le buone iniziative della Sea, dunque nessuno potrà colpevolizzare questo altro servizio, che, al contrario racconta di manchevolezze e criticità.
Perciò ecco il racconto:
una notte qualsiasi, diciamo quella appena trascorsa. L’orario di raccolta nella zona avviene tra l’una e le tre, un orario, scrive il cittadino, in ogni caso esagerato.
L’annuncio del servizio arriva dal rumore, sempre comunque troppo, sicuramente assordante, fastidioso, che insidia ed annulla il sonno della gente.
Usano mezzi che avrebbero bisogno di una qualche revisione, di renderli magari più silenziosi, mezzi meno invasivi, più rispettosi della vita notturna della maggior parte degli utenti, che a quell’ora vorrebbero soltanto riposare in santa pace.
È anche giusto e sacrosanto sottolineare un ulteriore aspetto, se in giro vanno mezzi non ageduati e messi male, esiste una importante ricaduta sulla sicurezza dei lavoratori, che si trovano ad utilizzare, probabilmente, strumenti magari più pericolosi e che poco tutelano la loro salute.
Ma non è solo il rumore, il protagonista della storia, perché il problema sta anche nell’organizzazione del tutto.
Un esempio: l’umido si conferisce una settimana tre volte, martedì, giovedì e sabato, ed un’altra due, il martedì e il sabato.
La riflessione è spontanea: bisogna dunque tenersi il micidiale “fermentatore” a casa per almeno 4 giorni?
Nei mesi invernali è sicuramente un fastidio, in quelli estivi è un vero e proprio attentato.
Qualcuno faccia qualcosa, magari in meglio.