Le contrapposizioni, specialmente se sono strumentali all’acquisizione di benefici economici di parte e mortificanti per l’ambiente ed il bene comune, diventano deleterie, perché si trascinano nel tempo, inasprendo un conflitto che nuoce indistintamente a tutti.
Ed è nella contrapposizione delle parti il nodo più forte della vicenda del Lotto Zero nel territorio di Isernia, pochi metri oltre i cinque chilometri, dal costo immenso che è cresciuto a dismisura dai 18 milioni di euro previsti fino ai 174 attuali, dove sono già stati pagati i progettisti per una somma pari a 4 milioni e 400mila euro.
In questa storia adesso entra, con argomenti solidi e concreti, il Vescovo di Isernia Monsignor Camillo Cibotti, che ha inviato, com’è giusto che sia, una lettera aperta, così che la possano leggere tutti i cittadini, alle Istituzioni regionali, locali, ai Sindaci dei Comuni di Isernia, Pesche e Miranda, al Prefetto, al Questore e al Ministro delle Infrastrutture.
Monsignor Cibotti, riferendosi al cosiddetto “Lotto Zero” scrive che non può “rimanere in silenzio di fronte a quanto sta avvenendo nel nostro territorio, perseguendo un progetto che viene presentato per lo sviluppo dello stesso, senza tener conto delle gravi conseguenze che il territorio potrebbe subire, in nome di una modernizzazione della viabilità della Regione”.
Si rifà a Papa Francesco, che ha prodotto una specifica Enciclica, la “Laudato Si”, dove parla di rischi per l’ambiente, che interessano il bene comune presente e futuro, di confronto tra problemi e benefici ipotizzabili, di possibilità di incrementi nello sfruttamento delle risorse naturali, nelle emissioni e nelle scorie, nella produzione di rifiuti, nei mutamenti nel paesaggio, nell’habitat di specie protette o nello spazio pubblico”.
Conferma la spinta alla protezione del mondo e dunque vede in questo progetto la valutazione dell’utilità pubblica, da considerarla anche rispetto all’eventuale sua dannosità, sotto il profilo ambientale e paesaggistico, valutazioni anche sul consumo del suolo, del verde, degli alberi, dell’interferenza con le sorgenti di San Martino.
Ma non si ferma qui, perché parla di erario, di soldi pubblici, di una spesa enorme, sproporzionata, sempre più gigantesca.
Tante le considerazioni, precise e limpide, che ci consigliano una lettura attenta a tutti noi e soprattutto da parte di coloro a cui la lettera è indirizzata.
Intanto riportiamo la parte finale, che ci sembra importante e significativa.
Il Vescovo di Isernia infatti conclude, richiamandosi ad un necessario discernimento: “A voi, governanti e responsabili della cosa pubblica, rivolgo l’accorato invito a provare a ripensare a tale opera, riconvertendo tutte le risorse a fini di utilità e di bene per tutta la Comunità locale”.