Il vino è la bevanda alcolica più consumata nel nostro paese e rappresenta una tradizione culturale che affonda le sue radici nel passato, quando il vino veniva prodotto con tecniche naturali.
Con l’avvento dell’industrializzazione tuttavia anche le aziende vinicole hanno iniziato ad introdurre la tecnologia all’interno del loro processo produttivo.
Queste introduzioni hanno cambiato anche la struttura del prodotto ottenuto, andando di fatto a creare due tipologie di vini, quello naturale e quello convenzionale, qualità apparentemente simili per chi non è un esperto, ma che nascondono caratteristiche organolettiche differenti.
Caratteristiche che consentono al vino naturale di essere metabolizzato più efficientemente dall’organismo rispetto a quello convenzionale.
La scoperta è stata effettuata da un gruppo di ricercatori della Città della Salute e della Scienza di Torino.
Secondo gli scienziati queste differenze sono probabilmente legate allo sviluppo di diversi aminoacidi e antiossidanti nei due vini, influenzati dai diversi processi di produzione impiegati.
Altri fattori che potrebbero contribuire sono i residui di pesticidi, le differenze nel contenuto di estrazione è l’uso di lieviti selezionati.
Davanti ad un dubbio quindi legato alla scelta del vino da accompagnare al pranzo o alla cena quindi, sempre meglio leggere l’etichetta e scegliere il vino naturale.