Inoltrato al Presidente della Repubblica Italiana un Ricorso Straordinario contro la Regione Molise e l’ENEL per chiedere l’annullamento della Determinazione Dirigenziale della stessa Regione, la n. 4198 dello scorso 20 luglio, con cui è stata autorizzata la realizzazione e l’esercizio di un impianto fotovoltaico nel Comune di Larino, in Contrada Piane. Ricorso sottoscritto da Slow Food Regionale Abruzzo-Molise e dall’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica, con il sostegno di Italia Nostra Molise, della Fondazione “Lorenzo Milani” e de “la Fonte”, e con l’assistenza dell’avvocato Riccardo Vaccaro.
Ad oggi, in Molise sono state avanzate richieste per istallare pannelli fotovoltaici su circa 2000 ettari di terreni agricoli fertili, collocati nel Basso Molise.
Per i ricorrenti “si tratta di richieste assurde e inaccettabili se si tiene conto che in regione ci sono circa 36.000 ettari di terreni classificati come non agricoli, dove l’istallazione di pannelli fotovoltaici potrebbe avvenire senza danno per la collettività. Certamente, la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili rappresenta un passaggio necessario per contrastare i cambiamenti climatici e per garantire autonomia energetica al nostro paese sottraendolo alla dipendenza e al ricatto delle nazioni che detengono il possesso delle fonti fossili. La guerra contro l’Ucraina, scatenata dalla Russia, ha messo drammaticamente in evidenza quanto sia rischiosa e economicamente insostenibile la dipendenza energetica. Ma, proprio per questo, è necessario che lo sviluppo e la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili non avvenga sottraendo terreni fertili destinati all’agricoltura e all’allevamento. La dipendenza dall’estero per soddisfare la necessità di cibo non è certamente meno grave e pericolosa della dipendenza energetica, come la vicenda dell’esportazione di grano dall’Ucraina sta evidenziando”.
Le associazioni che hanno promosso il ricorso, rivolgendosi alla massima carica dello Stato, hanno voluto denunciare e fare luce sulla scelta fatta dalla Regione Molise.
Distruggere l’agricoltura significa favorire l’abbandono delle campagne e lo spopolamento dei comuni molisani, per questo la tutela dei terreni fertili è una condizione irrinunciabile per salvare il futuro del Molise