L’Aquila, Potenza, Alessandria e Termoli: sui 4 stabilimenti della Vibac dislocati sul territorio nazionale le forze sindacali hanno interpellato il Ministero dello Sviluppo Economico per un confronto al fine di approfondire le tematiche inerenti al futuro produttivo delle fabbriche di imballaggi e nastri adesivi e calmare le tensioni sociali tra le maestranze.
Destano preoccupazione le decisioni unilateri dell’azienda che a Termoli ha avviato la cassa integrazione per calo di commesse che è, invece, a parere di Cgil Cisl e Uil, in controtendenza rispetto alle promesse di investimenti sul sito nel Basso Molise. La scelta inoltre di azzerare la contrattazione di secondo livello, non solo penalizza gli operai, ma è indice di poca chiarezza delle volontà dell’azienda Vibac.
Risultano inoltre, sempre nello stabilimento termolese di Rivolta del Re, diverse diffide da parte dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente circa le criticità verso le quali l’azienda in passato si era dichiarata disponibile al risanamento attraverso un piano di adeguamento ambientale di durata triennale, ma che adesso invece sembra essere svanito nel nulla.