L’argomento di cui si occupa il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Fabio De Chirico, riguarda quell’area, di proprietà della Regione Molise, che va dall’ex Hotel Roxy all’ex stadio Romagnoli, situata in pieno centro a Campobasso e che è abbandonata da molti anni.
De Chirico scrive che due presidenti, Iorio e Frattura, ben prima dell’attuale Donato Toma, hanno manifestato l’intenzione di procedere ad una sua riqualificazione, attraverso la realizzazione di una adeguata sede della Regione e del Consiglio regionale.
Ricorda a tutti che due anni fa, lo stesso Toma ha annunciato importanti novità, restate lettera morta, visto che ad oggi l’operazione resta assolutamente misteriosa.
Così ha pensato fosse il caso di fare chiarezza sulla vicenda depositando un’interpellanza urgente in Consiglio regionale.
Intanto ha ricostruito i vari passaggi, che partono dal lontano 2005, quando un accordo tra Regione e Comune di Campobasso prevedeva un dettagliato programma di investimenti, il ‘Master plan’, per acquisire e realizzare nell’area immobili da destinare anche agli uffici regionali.
Poi ci fu, nel 2008, il ‘concorso internazionale di progettazione’ e nel 2010 la Regione acquistò, per circa 7 milioni di euro, l’immobile dell’ex hotel, che doveva essere abbattuto e ricostruito.
Seguirono diversi ulteriori percorsi, tra i quali un nuovo iter amministrativo e i vari ricorsi presentati da associazioni ambientaliste, che contestavano la rilevante cementificazione prevista.
“Si giunse dunque ad un nuovo accordo tra Regione e Comune per ridimensionare il carico urbanistico e dopo qualche anno, nel 2014, alla revoca del vecchio concorso e alla pubblicazione di un nuovo bando quello del Concorso di idee”.
Ancora altre vicende, altre strade, altre proposte, soprattutto altre parole e promesse, ma ancora un niente di fatto, fino all’annuncio del presidente Toma di uno stanziamento di 2,5 milioni di euro per la demolizione dell’ex hotel, nel tempo diventato una struttura precaria, rifugio di animali randagi e tossicodipendenti.
Da qui l’interpellanza, sperando serva almeno a svelare qualche mistero ed a capire come stanno oggi le cose.