Italia Nostra e le pale eoliche, una brutta transazione ecologica

Bisogna subito dire che le nuove macchine eoliche di cui tanto si parla in questi giorni sono dei pali altissimi, misurano 260 metri di altezza, come un grattacielo di almeno 80 piani.

Di questa roba così fortemente invasiva è prevista, secondo il piano attuativo di politica green allo studio del Governo, una presenza assai significativa su tutto il territorio italiano.

Questo perché è stato deciso di raggiungere, entro il 2030, una produzione di ben 70 miliardi di Watt, triplicando così in soli 9 anni, la potenza installata di eolico  e fotovoltaico, cosiddetto agrario dai terreni utilizzati per la posa degli impianti, che saranno ubicati nei  siti sottratti all’agricoltura.

Ne parla il Presidente della Sezione di Campobasso di Italia Nostra, Gianluigi Ciamarra, che sottolinea come il sacrificio ambientale riguarderebbe almeno 5 mila chilometri di crinali appenninici, tappezzati da queste altissime macchine eoliche.

Sono di fatto 200mila ettari di terreni appunto sottratti all’uso agricolo.

Una situazione grave, un altissimo prezzo, ambientale e culturale, da pagare, oggi da tutti noi e naturalmente dalle future generazioni.

Il piano, riporta il dirigente di Italia Nostra, a detta di eminenti economisti, “si rivela assolutamente privo di una coerente progettazione e comunque irrealizzabile nei tempi previsti e che omette di considerare un importante dato di fatto: le emissioni di gas serra prodotte dall’Italia sono nell’ordine di un insignificante 0,8%, contro, ad esempio, il 28% della Cina, il 15% degli Stati Uniti e il 7% dell’India.

La cosa fa abbastanza ridere, se non fosse drammatica nella scelta governativa, “riducendole del 55% come indicato nel Piano Strategico, si contribuirebbe a ridurre le emissioni globali, previste per la data del 2030, di appena lo 0,005%, una roba che però porterebbe il nostro Belpaese ad essere un bruttissimo Paese, come afferma lo stesso Ministro della Transazione ecologica, Roberto Cingolani.

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