Nella valutazione complessiva del nuovo Piano Operativo Sanitario, quello proposto dalla struttura commissariale ed inviato agli uffici ministeriali a Roma per essere analizzato, osservato, restituito e autorizzato, stanno arrivando, praticamente ogni giorno, interventi critici.
Dopo le esternazioni ufficiali di alcuni consiglieri regionali di maggioranza ed opposizione, dopo le parole dei vari Comitati ed Associazioni, arrivano la forti critiche dei Sindacati, tra i quali quelle della CGIL del Molise e dei responsabili di una sua categoria, la Funzione Pubblica, che di fatto difende gli interessi dei dipendenti del pubblico impiego, tra i quali quelli impegnati nel settore della Sanità.
Entrano prima di ogni cosa in merito al metodo adottato dal Presidente e Commissario Donato Toma e naturalmente dai suoi collaboratori.
Scrivono i sindacalisti che di questo nuovo Piano, loro, ne sono venuti a conoscenza soltanto “grazie al clamore suscitato da diversi soggetti sugli organi di stampa locali”.
Nel concreto lamentano di non essere stati coinvolti, di non essere stati ascoltati, ma totalmente ignorati, in un percorso che pur vede i suoi numerosi iscritti impegnati nelle direttive organizzative e lavorative del nuovo programma.
Ricordano che un unico incontro sull’argomento si era tenuto nel mese di aprile e non è stato mai replicato.
Un incontro colmo di sottolineature sullo stato delle cose, ma anche e soprattutto sulle scelte da fare, almeno per tamponare alcune derive che premono sull’intero settore della tutela della salute dei molisani.
Proposte forti, come il potenziamento delle strutture pubbliche, la stabilizzazione del personale precario, nuove assunzioni per coprire le carenze e tanto altro ancora, come una programmazione chiara e progressiva, un potenziamento della sanità territoriale, soprattutto il lavoro per costruire un nuovo modello sociale e sanitario nell’intero territorio regionale.
Niente di tutto questo, un Piano Operativo praticamente subito, bello e confezionato, che sembra nei contenuti tracci un futuro incerto per il paziente molisano, che sempre più spesso è costretto a cure fuori del Molise, un percorso che è diventato ordinario e normale, un sistema sanitario che latita di molte azioni importanti, a partire proprio dalla parte centrale della tutela costituzionale, la stessa Sanità.