Ormai siamo sull’orlo di un baratro, con chi si indigna di un articolo fatto di banalità circa il fallimento dell’autonomia del Molise e chi, pur avendo avuto incarichi istituzionali nel passato, si autoassolve da ogni peccato e predica di una annessione al territorio cuginesco abruzzese, che pure, vedi Sanità etc, non è che sia lo specchio dell’efficienza e del buon tutto.
Insomma il blabla impazza in queste ore, con la classe politica dominante che si occupa, ormai, solo e soltanto di conservare il proprio personale ruolo di guida, senza volersi curare delle sbandate e delle direzioni interrotte di un Molise che avrebbe bisogno di grosse e grasse novità, mandando a quel paese, finalmente, imperatori, generali e personaggi ambigui che si riempiono la bocca e forse le tasche di mille patacche.
Così accade che la Corte dei Conti per il Molise aveva segnalato grossi e grassi errori nel Rendiconto generale della Regione Molise per l’esercizio finanziario del 2020.
Roba di Giunta Toma, dicono oggi soprattutto gli stessi che allora avevano contribuito ai numeri sbagliati.
Colpa di Toma, ma non si accorgono che è colpa di tutti loro, perché gli errori c’erano e si doveva pretendere un atteggiamento diverso ed anche perché se ne risponde sempre, volendo e dovendo considerare la continuità degli intenti, proprio nella mancanza di linee correttive.
Dunque accade che oggi la Corte Costituzionale dichiara totalmente illegittimo tale Rendiconto, che, udite udite, contiene oltre 90 milioni di disavanzo, soldi ben celati che sono però pesanti ed importanti, perché,a caduta, hanno determinato e determinano gli ulteriori errori negli atti contabili successivi.
Ma tutto questo sembra cosa da niente, visto e considerato che l’offesa della Milena nazionale è da lavare, perché come si permette questa di guastare il buon nome del Molise, ché siamo solo noi che possiamo sporcarlo questo buon nome e magari gettare la croce sui molisani tutti, che è risaputo sono sempre e solo loro i veri colpevoli.