Da uno studio realizzato nel contesto del “Progetto Umberto”, condotto dalla Piattaforma congiunta tra la Fondazione Umberto Veronesi e l’Istituto Neuromed, che hanno analizzato i dati derivati dal percorso di indagine che ha coinvolto molti cittadini nel programma “Moli-sani, vien fuori un risultato assai significativo, quello che mostra come le persone, che hanno ricevuto una diagnosi per qualsiasi tipo di tumore e che hanno aderito, nell’anno precedente il loro ingresso nello studio, ad uno stile alimentare, ispirato ai principi della cosiddetta “dieta mediterranea”, vivono sicuramente più a lungo.
Un risultato che ha trovato la diffusione attraverso i mezzi di comunicazione scientifici mondiali, che hanno parlato di questa importante ricerca, condotta attraverso l’analisi dei dati che hanno riguardato 800 adulti italiani, un buon campione, composto da donne e uomini, i quali al momento dell’ingresso nello studio epidemiologico Moli-sani, avevano già ottenuto una diagnosi di tumore.
Questi 800 adulti sono stati seguiti per oltre 13 anni e per ognuno dei momenti della loro vita, così da fornire le più dettagliate informazioni sui vari consumi alimentari.
L’evidenza positiva è stata sottolineata dal rischio di mortalità più basso del 32% tra chi ha seguito lo stile alimentare mediterraneo e chi, al contrario, non lo ha adottato.
Una ridotta mortalità riguardante anche e soprattutto per quella derivante dalle cause cardiovascolari, che ha mostrato una riduzione del 60%.
Sono dati, questi,che confermano come l’adesione ad una “dieta mediterranea” sia davvero auspicabile sempre più per i pazienti oncologici e soggetti con problemi cardiovascolari, una scelta che allunga la vita, attraverso l’assunzione di prodotti naturali, sostanze antiossidanti, frutta, verdura ed olio di oliva, una dieta ricca di composti bioattivi, che dire ottima è perfino dire poco.