Dopo gli arresti, le misure cautelari e le perquisizioni effettuate, a gennaio dalla Guardia di Finanza, in 12 regioni italiane, tra le quali le vicine Abruzzo, Campania, Puglia e Lazio, è continuata l’attività di indagine.
Si era trattato di un gruppo criminale, ramificato in quasi tutto il territorio nazionale, che aveva frodato lo Stato per oltre 440 milioni di euro, attraverso la commercializzazione di falsi crediti di imposta, soprattutto quelli introdotti tra le misure di sostegno emanate dal Governo con il Decreto Rilancio, per aiutare, durante l’emergenza della pandemia, le imprese ed i commercianti.
Le indagini successive avevano l’obiettivo di riottenere almeno una parte della somma frodata, cosa che è avvenuta, attraverso il recupero di circa il 97%, tra beni immobili, società, veicoli e varie disponibilità finanziarie e crediti che sono stato bloccati prima che venissero ceduti, di questi, circo 80 milioni erano già stati immessi nel mercato di vendita e sarebbe bastato un piccolo clik per farli sparire.
La Guardia di Finanza fa sapere che il totale dei crediti sequestrati e di cui è stata impedita la vendita ammonta a circa 305 milioni di euro.