La guerra in Ucraina ha accentuato i disagi nel comparto Pesca

Gli armatori della pesca a traino del Molise aderiscono al fermo nazionale del comparto causa lo sproporzionato aumento del gasolio il cui prezzo di vendita per il rifornimento dei motopescherecci è triplicato rispetto allo scorso anno.

Per un’uscita in Adriatico nel corso di una intera giornata una imbarcazione di medie dimensioni in passato spendeva circa 500 euro, oggi arriva a 1.400 euro. Una situazione economica ormai insostenibile.  Non solo, per la guerra in atto in Est Europa i costi energetici, reti, cassette ed altre attrezzature utili per l’attività in mare aumenteranno sempre di più.

A tutto questo va ad aggiungersi la spada di Damocle del nuovo fermo pesca approvato dal Governo nazionale il quale anziché agevolare gli Armatori pone loro un ulteriore restrizione delle giornate possibili di pesca in un anno, con circa 14 settimane di fermo obbligatorio. I pescatori propongono invece di dare la possibilità alle imprese di anticipare da subito il fermo pesca obbligatorio già dotato dei finanziamenti con il pagamento anticipato dell’indennizzo.

Sensibilizzare le amministrazioni locali a fare squadra per sostenere gli emendamenti che giungono dai parlamentari e che prevedono gli aiuti anche per il settore della pesca nel decreto “caro energia” in discussione in Parlamento. Infine confermare per le imprese del comparto ittico gli sgravi fiscali.

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