Scrive il presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Molise, Vincenzo Cimino: “Mi sono permesso di suggerire al presidente del Consiglio regionale Salvatore Micone ed al presidente della Giunta regionale Donato Toma, la traduzione delle sedute del Consiglio regionale nella lingua dei segni. Un momento di alto senso civico ed istituzionale che darebbe la possibilità anche ai non udenti, di seguire le vicende della assemblea legislativa regionale, che rappresenta sostanzialmente la massima istituzione molisana. Raggiungere anche questi cittadini che ripeto, hanno i nostri stessi diritti e che vanno tutelati maggiormente rispetto agli altri, ritengo sia un atto dovuto, che debba vedere tutta l’aula unita verso questa direzione, una scelta appunto di civiltà, di pertinenza, di solidarietà, di rispetto e di fratellanza. Una decisione che dovrebbe superare i concetti di maggioranza e minoranza.
“A tal riguardo mi sono chiesto spesso, come possano essere raggiunti i privi di udito e i privi di vista dalla informazione regionale. Non vedo programmi sottotitolati, non vedo trasmissioni, tg, sport, meteo ed oroscopo alla loro portata, insomma, mi piacerebbe maggiore apertura almeno dalle istituzioni, con la predisposizione di siti e comunicati istituzionali leggibili anche dai non vedenti, dal più piccolo Comune”.
“A tal riguardo come Ordine dei Giornalisti, lo stiamo facendo, come stiamo tenendo il corso base sulla Lis, al fine di iniziare un percorso formativo, lungo e faticoso, che mira ad ampliare l’accesso alla informazione non solo televisiva ma anche delle web tv, per i non vedenti, proprio con i giornalisti Lis. Chi mi conosce sa bene che amo insistere quando ritengo la mia idea utile ed opportuna da recepire. Tra le cose che vorrei lasciare a futura memoria, appunto, una informazione più sociale, più ricca, più trasparente, più sana e lasciatemelo dire, sensibile con i fatti. E non trovo giusto e rispettoso che le distanza tra coloro che non hanno sviluppati, non per loro scelta, tutti i sensi, debba essere maggiore, specie per l’informazione, bene di tutti. Magari anche con i soldi pubblici. Sarò un sognatore ma mi piacerebbe che siano tutelate queste fette di popolazione che come noi pagano le tasse ma che hanno sempre meno diritti. Come sostiene un mio amico non vedente, l’oscurità a volte è dentro chi vede e l’ottusità in chi sente”.