I tentacoli della piovra della mafia foggiana oltre essere radicati da tempo nel Nord della Puglia si sono estesi sul litorale adriatico di Molise e Abruzzo.
Traffico illegale di stupefacenti e armi, usura, riciclaggio di danaro sporco, ricettazione, gioco d’azzardo, sversamento di rifiuti pericolosi, furti di mezzi agricoli e infiltrazioni nell’economia legale nei settori dell’edilizia, commercio, onoranze funebri, ristorazione e vendita di autoveicoli sono i principali campi di attività criminale della Società Foggiana che muta e si rinnova, trova nuovi equilibri e alleanze, deve fare i conti con lotte intestine, ma alla fine rimane sempre uguale a se stessa.
Le identità mafiose sono simili ma distinte: oltre la Società Foggiana, c’è la mafia garganica, la mafia dell’Alto Tavoliere e la malavita di Cerignola a spartirsi l’ampio territorio che dai confini con la provincia di Campobasso si estende fino all’area di Barletta, Andria e Trani, collegate tra loro secondo logiche di condivisione del malaffare.
Nonostante i numerosi arresti e sequestri operati dalle forze dell’ordine, l’attività malavitosa della mafia foggiana è capace di rinnovarsi e stringere nuovi legami criminali estendendo le proprie azioni sui territori limitrofi.