“Un’opportunità persa”. Hanno così esordito gli esponenti dell’opposizione al Comune di Termoli in merito alla cancellazione della lapide a Pozzo Dolce, dedicata al senzatetto che ha perso la vita nel 2023 e sulla cui vicenda proseguono le indagini.
Da qualche giorno, infatti, l’opera – dal valore artistico e simbolico – che rappresentava un momento drammatico per la cittadinanza, non c’è più.
Da una prima ricostruzione di quanto accaduto, sembrerebbe che l’Amministrazione Comunale – compreso il sindaco Nico Balice – non sapesse nulla della decisione che, altresì, sarebbe stata presa in autonomia dal dirigente dell’ufficio Lavori Pubblici, Antonio Plescia.
“La reazione dell’Amministrazione Comunale che ha cercato di scaricare la responsabilità sulla figura del dirigente dell’ufficio lavori pubblici – si legge nella nota della minoranza – è stata particolarmente controversa. Il Sindaco e l’assessore ai lavori pubblici hanno attribuito la decisione solo a Plescia, ma ciò solleva interrogativi sulla reale condivisione delle responsabilità all’interno dell’amministrazione. È infatti fondamentale che le scelte politiche siano assunte in modo collegiale e che le conseguenze delle stesse siano affrontate con responsabilità condivisa”.
Una lapide urbana, fatta di una lastra di marmo rosa di Portogallo raffigurante un corpo stilizzato, avvolto dalle fiamme, levigata ed incisa a mano dal giovane artista termolese Giulio Murazzo, il cui nobile intento era di non cancellare dalla memoria collettiva quanto accaduto ad un senzatetto, del quale ancora oggi – a distanza di oltre un anno e mezzo – non si è a conoscenza della sua identità.
Eppure, ciononostante, è stato il cemento a cancellarne la memoria, almeno materialmente. Tutto con le intenzioni di ripristinare lo stato del luogo, che fino a poco tempo fa non spiccava certo di decoro.
“Il ricorso al cemento per coprire un’opera che avrebbe dovuto rimanere visibile per ricordare e rappresentare una tragedia è particolarmente triste – ha aggiunto ancora la minoranza – Non ci sono, a quanto pare, nemmeno motivazioni legali valide per giustificare questa scelta, il che rende la situazione ancora più grave. Quella lastra di marmo, ora coperta da un cemento banale e superficiale, simboleggia non solo la perdita di un pezzo di storia e cultura, ma anche la mancanza di un’adeguata sensibilità da parte di chi amministra”.
Intanto, dall’opposizione arriva una richiesta alla maggioranza di assunzione di responsabilità e soprattutto di un dialogo, purché costruttivo, con i cittadini che necessitano di chiarimenti su quanto accaduto anche in vista del futuro.