La mozione di sfiducia non affossa Donato Toma, anzi lo rilancia e rafforza insieme alla sua maggioranza

I numeri, si dice normalmente, hanno sempre ragione e quelli relativi alla mozione di sfiducia contro il Presidente della Regione, Donato Toma, sanciscono le ragioni dei consiglieri di maggioranza, dopo alcuni momenti critici ed alcune difficoltà tra le fila della coalizione.

La minoranza del Partito democratico e del Movimento 5 Stelle è stata ai patti ed ha votato la richiesta, 8 voti precisi, la maggioranza, al contrario, ha rinnovato, con un solo voto di astensione e 12 di respinta, la vicinanza al suo Presidente.

Nessuna crepa si è aperta tra gli uomini del centrodestra, che, di fronte al pericolo di chiudere anzitempo la legislatura, hanno ritrovato lo slancio per ricompattarsi e cancellare ogni elemento di criticità.

Una specie di inutile esercizio di stile, dove le azioni che cercano uno sviluppo positivo di una vicenda, finiscono poveramente di rilanciare la vicenda, favorendo così la riproposizione dei vecchi vizi e delle pochissime virtù, di fatto cambiando assolutamente poco e niente.

In vero qualche voce critica c’è stata, soprattutto durante il dibattito in aula, vedi il presidente del Consiglio Salvatore Micone e il consigliere Andrea Di Lucente.

I due chiedono un altro scatto, un impegno più condiviso, un Presidente meno accentratore e più aperto ai loro contributi.

Qualcosa ne è venuto fuori, le rassicurazioni dall’uomo ci sono state, qualcosa si farà, qualcosa ci sarà, nel breve, come probabilmente a partire dal siluramento dell’ultimo assessore, Michele Marone, che pochi hanno veramente voluto nel gioco della Giunta.

Anche l’ex Presidente Michele Iorio ha scelto, infine, di non infierire, la sua astensione è più rumorosa di un colpo scuro, così le sue numerose richieste hanno incassato più di un sì, una volontà ad accogliere più di un suggerimento, suggellando un buon nuovo abbraccio.

Intanto dal Movimento 5 Stelle giunge il commento su quel che chiamano “il teatrino dell’ ipocrisia”, sottolineando che la concordia ritrovata non sarà infinita, ché arriveranno ben presto a darsele di santa ragione.

 

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