Infrastrutture, energia, ambiente, trasporti ma anche sanità e istruzione sono messi a rischio dalla legge sull’Autonomia Differenziata. E’ questo il pensiero non solo di molte Regioni del Sud e da parte della coalizione di centro-sinistra, ma ci sono forti perplessità pure da Confindustria.
Il trasferimento di competenze alle Regioni andrà a generare un’altra serie di criticità. Tra queste un aumento consistente delle tasse locali. Le realtà più deboli economicamente, come il Molise, dovranno necessariamente aumentare le imposte regionali. Inoltre la frammentazione legislativa si scontrerà anche con la mancanza di competenze delle amministrazioni locali, impreparate a gestire la nuova mole di norme da applicare sul territorio.
Queste criticità incideranno in maniera considerevole sugli investimenti privati, che si concentreranno lì dove – secondo gli industriali – le imposte sono più basse e i servizi, pubblici e privati, più efficienti. La riforma del governo Meloni rischia di portare ad un impoverimento diffuso, dovuto all’arretramento della competitività del sistema imprenditoriale.
Confindustria conferma oggi quanto temuto. Alle imprese serve un Paese dove la burocrazia sia ridotta al minimo e gli investimenti possano essere programmati su scala nazionale. Questo vale ancora di più per una entità piccola e fragile come il Molise, dove nessuna crescita è possibile se non è inserita in una rete di investimenti e in partenariato con altri territori ed altre istituzioni.