L’inchiesta fu chiamata “Lungomare” e fu condotta, lo scorso anno, dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Campobasso e servì soprattutto a smantellare un fiorente mercato di stupefacenti, attivato da una serie di individui che si erano associati per delinquere attraverso il trasporto, la detenzione e lo spaccio di cocaina, eroina, hashish e marijuana.
22 le persone individuate, naturalmente con differenti responsabilità, di queste solo 17 sono giunte alla prima udienza con rito abbreviato, per il semplice fatto che nel frattempo due imputati hanno patteggiato la pena e tre seguiranno il procedimento ordinario.
Questi 17 hanno invece, evidentemente consigliati dai loro difensori legali, optato per il rito abbreviato, che come è noto evita il dibattimento e in caso di condanna riduce di un terzo la pena inflitta.
Nella prima udienza il giudice Veronica D’Agnone ha potuto verificare la qualità e la quantità dell’indagine, che ha prodotto riscontri dimostrativi e documentazioni eccellenti, tutti a carico degli imputati e che ne certificano la più probabile evidenza di colpevolezza.
La parte principale dell’udienza è stata svolta dalla Procura, che ha avuto nel Procuratore Nicola D’Angelo e nella dottoressa Elisa Sabusco i protagonisti dell’accusa e che hanno chiesto per gli imputati un insieme di 226 anni di custodia in carcere.
Richieste che partono dai 5 anni per le persone che hanno avuto ruoli cosiddetti marginali , fino ai 20 anni per chi è considerato il capo di tutto il percorso delinquenziale.
Le richieste, a questo punto, diventano speranza di condanna, da parte della Procura, che da tempo si batte per riportare una certa serenità nei luoghi di un territorio regionale, finito nelle spire di chi mercifica con la droga e che ha portato il Molise ai primi posti di una classifica negativa sull’uso, consumo e spaccio di sostanze stupefacenti, una realtà che sta colpendo soprattutto molti giovani e giovanissimi e davvero numerosi insospettabili cittadini, mentre sta sconvolgendo e coinvolgendo sempre più impotenti e disperate famiglie.