Una Regione che non esiste, se non per la enorme quantità di dipendenti pubblici e consulenti esterni che pesano sulle già disastrate casse del bilancio.
E’ questa la sintesi del giudizio che la sezione regionale di controllo della Corte dei Conti ha espresso sul rendiconto 2017 della Regione.
Un rendiconto, che seppure passato al vaglio dei magistrati contabili, conferma le contraddizioni storiche che caratterizzano una terra dominata da logiche clientelari e da un parassitismo diffuso che vive a spese dei poveri contribuenti.
Il Molise è una terra fondata sulle caste: termine che tradizionalmente identifica che vive grazie alla politica; ma c’è una casta ancora più potente e radicata, quella dei burocrati che affollano i numerosi enti e uffici della Regione.
Con ben 555 dipendenti il Molise si posiziona tra le regioni che hanno la percentuale più alta di personale in rapporto al numero di abitanti: con il 3,22% la ventesima regione si conferma ben al dì sopra della media nazionale. Nonostante un tale mastodontico apparato il Molise è tra le regioni più inefficienti in termini di funzionamenti dei servizi. Nella parta più alta della piramide dei burocrati si posizionano i cosiddetti colletti bianchi; dirigenti e direttori generali degli enti con retribuzioni e poteri tali da renderli praticamente intoccabili. In soli tre anni le retribuzioni medie dei direttori generali sono aumentate addirittura del 75%.
C’è poi un altro capitolo che contribuisce ad aumentare i costi della macchina amministrativa della regione: quello delle consulenze e delle società partecipate che servono molto spesso a ingrossare le file di portatori di voti dei politici.
Le consulenze rappresentano l’espediente utile ad aggirare i vincoli imposti dal blocco delle assunzioni e dalle procedure e tempi di selezione del personale. Sono diffuse in modo particolare nella sanità e nell’assistenza tecnica ai fondi europei. L’ultimo caso che ha fatto discutere è stato quello legato alla stipula di 22 contratti da 1600 euro mensili con altrettante figure, per lo più vicine alla maggioranza di centrodestra, assunte grazie a una gara d’appalto del valore di 1.600.000 euro per l’affidamento di un servizio di assistenza al Por Fesr Fse 2014-2020; gara vinta da un raggruppamento di imprese costituito da Consedin Spa e Ernest Young, che da 1987 si occupa di consulenze in politiche del lavoro, formazione, consulenza informatica e gestione dei fondi pubblici a supporto della Pubblica Amministrazione.
Da ultimo le partecipate, il grande serbatoio di voti della politica. Attualmente sono 18 quelle detenute direttamente o indirettamente dalla Regione con oltre 300 dipendenti. Tra queste è possibile leggere nomi fantasiosi come Autostrade del Molise Spa, attualmente in liquidazione.
In definitiva da ciò emerge un quadro allarmante che contribuisce a rendere sempre più accentuata l’esposizione debitoria di una regione dove con il cambio dei governi i metodi di gestione del potere restano sempre gli stessi.
Davide Vitiello