Nella giornata di oggi, a poche ore dall’entrata del Molise in zona rossa, in Consiglio regionale si sono celebrati i soliti rituali della negazione delle responsabilità, qualità e difetti assegnati dall’uno agli altri, con ognuno a celebrare il proprio assolvimento.
Così ancora una volta ci si affranca da ogni critica, facce di gomma che incassano tutti i colpi, ribadendo un impegno che evidentemente non è percepito dalla maggior parte dei consiglieri regionali del Molise, soprattutto da quelli che dimenticano che lì rappresentano i cittadini e non lor stessi.
Una questione che parte dal consueto report del Presidente Toma sulla situazione complessiva della tutela della salute dei molisani in epoca di pandemia.
Ribadisce molte cose nel suo intervento, parecchie neanche di competenza regionale, vaccini alla polizia locale, interlocuzione con la ditta per i lavori al Cardarelli, i medici dell’Esercito, i venezuelani, le valutazioni, i dati, la zona rossa, i ristori economici, in effetti molte cose, che hanno poi aperto ad un dibattito sicuramente critico, che si è sviluppato con gli interventi dei rappresentanti delle opposizioni e delle maggioranze, con alcuni consiglieri davvero al vetriolo, vedi la Calenda, la Fanelli, Greco e Iorio, ma anche i “pompieri” Micone e Pallante, che cercano di spegnere le accuse alla maggioranza.
Siamo intanto in zona rossa, alla difficoltà dei cittadini, alle sofferenze, alle cure mancate, all’ossigeno che non arriva, ai lutti, alle brutture che attraversano di lungo e largo l’intero territorio molisano, tutto mentre i vertici del Sistema Sanitario sembrano subire le vicende più che dominarle, sembrano gli esecutori disattenti di una emergenza che li sovrasta e li imprigiona, tutto mentre chi governa sembra lontanissimo dai bisogni delle persone, che vorrebbero solo e soltanto essere più sereni, nella consapevolezza che si sta lavorando tutti per almeno salvare il salvabile, quello rappresentato dalla salvaguardia della salute e dalla condizione di vita.