I contagi nell’Ospedale “Cardarelli” di Campobasso, insieme all’intervento di chiusura del Reparto di Chirurgia all’interno della medesima struttura, complica enormemente le condizioni di tutela per i cittadini e preoccupa notevolmente la famiglia dei medici e degli operatori sanitari nell’intero territorio regionale.
Questo si evince immediatamente dalla nota dell’Ordine dei Medici della Provincia di Campobasso, i quali, a nome dell’attuale presidenza, esprimono tutto il grave disagio degli operatori sanitari, che hanno già pagato un alto tributo di malattia, oltre che di pesante lavoro e preoccupazione per la salute della collettività.
Ma anche e soprattutto condividono vicinanza e appoggio, sperando possano essere rimossi, in tempi rapidissimi, gli ostacoli che hanno impedito finora la realizzazione dell’ala Covid dell’ospedale regionale, quella che pensano sarebbe una unica soluzione per efficienza dei servizi, per fornire le più adeguate risposte di salute e sicurezza di operatori e utenti, attualmente non affatto garantiti, nonostante la miriade di percorsi differenziati e quei protocolli, che spesso rendono ancor più difficile il lavoro in ambito ospedaliero, con ripercussioni negative sull’intera Sanità regionale.
Nel dibattito complessivo intervengono anche le persone riunite nel Comitato “San Timoteo” di Termoli, che, pur agganciandosi alle ultime vicende accadute nella struttura ospedaliera del capoluogo, sottolineano come sia in atto una sorta di campagna, da parte dei vari esponenti politici locali e dei parlamentari, portata avanti a forza di comunicati sulle inefficienze e le responsabilità dei vari dirigenti.
Interventi,che – affermano – “risultano insufficienti fin quanto gli stessi politici, partiti e movimenti, presenti e sostenitori del Governo nazionale, non rappresentano con la massima determinazione le stesse esternazioni nelle sedi opportune, che sono il Parlamento e il Governo”.
Insomma, la richiesta è palese, una telefonata al ministri si, ma anche tanto e tanto impegno in più.