Ci sono voluti ben 14 mesi di trattativa serrata per giungere all’approvazione del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro della Scuola 2019-2021, una trattativa iniziata a maggio del 2022 con l’emanazione del primo Atto di indirizzo del Ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, con il Ministro Patrizio Bianchi a guidare il dicastero dell’Istruzione, e proseguita con il secondo Atto di indirizzo del Ministro Giuseppe Valditara.
La trattativa ha avuto, nel novembre 2022, un primo momento di chiusura attraverso l’accordo economico, siglato dalle sei sigle sindacali, convenendo sulla distribuzione di poco più di due miliardi di euro all’intero personale, erogati in massima parte con la mensilità di dicembre 2022.
Qualche giorno fa, invece, si è chiusa la trattativa, definendo la parte normativa e l’assegnazione delle altre risorse residue e concordate.
Sembrava tutto dovesse concludersi in modo soddisfacente per le parti, invece, in sede di dichiarazione di voto, la Federazione Uil Scuola Rua ha ritenuto di non apporre la propria firma in calce all’importante documento contrattuale.
Le motivazioni addotte sono quelle già segnalate ad inizio confronto: poche le risorse destinate all’intero Comparto e troppi obiettivi, perfino assai ambiziosi.
Questi erano otto, la riforma degli ordinamenti del personale Ata e di tutti i settori del Comparto, la mobilità e la formazione del personale, la valorizzazione dei Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi, il lavoro a distanza, le relazioni sindacali, la contrattazione di secondo livello ed i procedimenti disciplinari dei docenti.
Nessuno di questi obiettivi è stato raggiunto e dunque per i dirigenti nazionali della UIL SCUOLA RUA non vi sono state né vi sono le condizioni per ritenere valido e soddisfacente un Contratto che non è riuscito né riesce a risolvere la maggior parte dei problemi della Scuola, dell’Università, della Ricerca e dell’Alta Formazione Artistica e Musicale.