La premessa sta nel fatto che il Consiglio dei Ministri, attraverso un decreto-legge, con il quale si vorrebbe rilanciare l’economia del Mezzogiorno d’Itala, di fatto ha provveduto a costituire un’unica Zes, Zona Economica Speciale, che comprende di fatto l’intera area del Sud e che, a partire dal primo gennaio 2024, andrà a sostituire le attuali otto Zone, tra le quali quella relativa alla presenza del Molise.
Una situazione che viene assai enfatizzata dai parlamentari molisani, l’onorevole Elisabetta Lancellotta e il senatore Costanzo della Porta, che, all’unisono affermano di come la Zes unica rappresenti una grande opportunità di sviluppo per il territorio regionale, perché tutto il Molise è ricompreso nel percoso di sostegno economico e si potranno sfruttare “i vantaggi di una unica Zona Economica Speciale” rispetto alla precedente disciplina che escludeva alcune aree della Regione”.
Una visione delle cose che è stata subito criticata da alcune parti sociali, che vedono una specie di meccanismo di dispersione, dovuto alla vastità dell’area ed alla possibilità, concretissima, che diventi il tutto oggetto di appetiti di profitto e di interventi non finalizzati allo sviluppo delle tante aree, necessarie di una immensa attenzione.
Tra le critiche, quella di Tecla Boccardo, Segretaria regionale della UIL, che teme speculazioni e perfino interventi deleteri.