E’ il momento di pensare al futuro delle campagne del Basso Molise senza commettere gli errori del passato per poi doverci ritrovare, obbligati dalla legge, a dover cedere le risorse idriche dall’invaso di Guardialfiera alla Puglia senza avere neanche il beneficio dei costi di indennizzo. Chiara la posizione politica del consigliere regionale di minoranza Vittorino Facciolla. Il progetto è attuato dal Ministero dei Lavori Pubblici che ha messo a disposizione 75milioni di euro per le condotte idriche nei paesi della riviera molisana e sui terreni in gestione al consorzio di bonifica di Larino, per servire 1750 ettari.
La Fase 2 prevede che l’acqua in eccedenza del Liscione possa defluire verso la provincia di Foggia. Da un lato c’è l’obbligo morale di aiutare una regione in difficoltà quale la Puglia, dall’altro questo accordo costituisce per i paesi che gravitano attorno a Termoli una opportunità economica, sia per l’indennizzo che ne deriverebbe ma anche per il risparmio che ogni agricoltore avrebbe sul costo dell’acqua.
Negli accordi è previsto che degli 8 centesimi pagati dalla Puglia al Molise, 1,6 centesimi per metro cubo andrebbero all’Azienda Molise Acque e 1,4 centesimi al Consorzio di Bonifica di Larino. Vale a dire circa 300mila euro all’anno per il Consorzio frentano e un risparmio sui costi dell’acqua per gli imprenditori agricoli che oggi rischiano di pagare 600 euro ad ettaro mentre grazie a quell’indennizzo pagherebbero l’acqua appena 250 euro ad ettaro.