Le acque da bere e il falso mito della purezza e bellezza nelle bottiglie di plastica

Ci sono storie che ci passano accanto e sembra non riguardarci più di tanto,. Eppure alcune riguardano la nostra salute e le nostre tasche.

Parliamo dell’acqua che beviamo, di quella imbottigliata e di quella del rubinetto.

Diciamo subito che gli italiani bevono sempre di più tanta acqua minerale.

Comprano confezioni multiple di acqua nelle bottiglie di plastica bevi e getta, le portano a casa e ne consumano in grande quantità.

Quasi sempre non fanno caso alle notizie dei ritiri di quella determinata marca, perché forse distratti da altro.

Ritiri assai frequenti, come dimostrano gli ultimi richiami, alcuni di marche famose, richiami che riguardano spesso la presenza di coorpi estranei e varie contaminazioni microbiche.

Bevono davvero tanta acqua, per lo più acquistata negli esercizi commerciali gli italiani, 252 litri all’anno, più di chiunque altro in Europa, che ne consuma la metà o anche un terzo.

Probabilmente gioca un ruolo importante la pubblicità, che lega la comunicazione alla salute e che sbandiera, negli ammiccamenti quotidiani su televisioni e giornali, un supporto di vitale importanza per il fisico e la mente.

L’acqua di rubinetto è assai snobbata, eppure risulta buona nella quasi totalità di territori, in alcuni le proprietà sono perfino eccellenti.

Ma viene snobbata, si preferisce l’acqua in bottiglia dagli alti costi, quella che lega il suo consumo alla bellezza dell’ambiente, alla montagna da dove sgorga, alla magnificenza dei benefici che apporta.

Tanto di più falso, l’inganno è costruito con le immagini più accattivanti, che mostrano un insieme di qualità che i ritiri continui confutano massicciamente e che mostrano come a volte il seplice gesto di usare la manopola di un rubinetto paga molto di più di qualunque altro contenitore, anche se ha una bella e colorata etichetta e qualche dubbio di benessere nel contenuto.

Forse bisognerà essere più attenti, per risparmiare qualche soldo e magari bere meglio,anche se non sempre i gestori delle reti pubbliche riescono a contrastare le armate di un mercato agguerrito, che sembra sicuramente più efficiente ed efficace del sistema pubblico, spesso angosciato da reti obsolete, rovinate e mal curate e da dispersioni antiche, che non ne fanno alcun orgoglio e limitano la scelta dei cittadini.