La prevista apertura del 4 maggio delle attività produttive nel Paese, ha spinto il segretario generale della Fiom Cgil Abruzzo e Molise, Alfredo Fegatelli, a scrivere una lettera aperta ai Presidenti delle due Regioni, per sottolineare alcuni aspetti che implicano la nuova disponibilità lavorativa nei plessi industria li del comparto metalmeccanico presenti in entrambi i territori.
Le questioni principali, come è ovvio che siano, sono legate ad una riapertura che non può essere semplicemente attivata senza un vero e proprio progetto specifico, non può essere affrettata, perché necessita assolutamente di una valutazione attenta di quel che sono le reali situazioni nei territori.
“Una Sanità uscita da un lungo periodo commissariale per la regione Abruzzo e il permanere del commissariamento per il Molise, oltre ad una geografia, fatta di tanti piccoli centri da dove ogni giorno partono e tornano migliaia di Lavoratori, deve vedere un dialogo con il Governo, per capire se esistono le reali condizioni di ripartenza, garantendo la massima sicurezza dei Lavoratori e più in generale dei cittadini.
Bisogna ci siano tempi necessari per organizzarsi. “ Tutte le nostre province saranno coinvolte” – afferma il sindacalista – “Un esempio: la riapertura della sola Sevel, nel territorio della Val di Sangro, vedrà il coinvolgimento di circa 12.000 Lavoratori, molti provenienti dalle altre regioni, di cui circa il 60% utilizza i mezzi di trasporto Pubblico.
Situazione analoga per l’area industriale della FCA di Termoli. Sono queste caratteristiche che devono prevedere le Regioni ad assumere un ruolo centrale nella ripartenza, dialogando tra di loro e con il Governo centrale, per garantire che tutti i Lavoratori possano tornare a lavorare in sicurezza.
“Decidere di chiudere un sistema produttivo da un giorno all’altro è facile, far lo ripartire dall’oggi al domani è irresponsabile!” questo afferma il segretario della Fiom , aggiungendo che “Una ripartenza che non tenga conto di tutte le variabili rischia di vanificare tutti gli sforzi e i sacrifici fatti dalle nostre popolazioni a partire da chi in prima linea, nella sanità, sta combattendo per contrastare il virus”.