Assai importante il convegno voluto fortemente dall’Università degli Studi del Molise e organizzato da una Segreteria Scientifica composta dai docenti universitari Alberto Carli e Giovanni Maddalena.
Al centro dei lavori, sviluppati in due giorni fitti di relazioni e di un recital dalle sue opere, lo scrittore molisano, Giose Rimanelli, che fin dal suo esordio ha trovato la puntuale attenzione della critica letteraria italiana.
Nato a Casacalenda nel 1925, Rimanelli, la sua storia di vita e l’intera sua produzione letteraria testimoniano oggi, a un anno dalla sua scomparsa, “un radicamento identitario ” – come si afferma nel documento di presentazione dell’evento – “rivendicato, ineludibile e comunque sempre alieno dalla composizione di bozzatti regionalistici fini a se stessi”.
Quello di Giose Rimanelli è invece un Molise dinamico, in quanto “essenziale”, ed è sempre inteso, secondo il professor Sebastiano Martelli, dell’Università di Salerno, come “punto di riferimento di una inesausta recherche autobiografica”, condotta dall’autore a partire dal suo primo romanzo, Tiro al Piccione, che è stato pubblicato nel 1953, anche attraverso quella “scabra tensione evocativa”, della quale ha scritto, invece, il professor Gino Tellini, dell’Università di Firenze.
Si vuole, qui, ricordare ai molisani l’intensa produzione letteraria di Giose Rimanelli, che dopo la sua opera prima, tra l’altro pubblicata tra mille difficoltà, seguirono i romanzi Peccato Originale, del 1954, Biglietto di Terza, del 1958, Una Posizione sociale, del 1959, e i saggi Il Mestiere del furbo, Panorama della narrativa italiana e contemporanea ed una ricchissima produzione poetica.