Le vacanze estive non sono per tutti, cresce il numero di chi resta a casa

La stagione estiva non è ancora conclusa, ma in genere il giorno del Ferragosto diventa una specie di linea di confine, che già permette una primissima valutazione sulle presenze vacanziere e sul godimento delle ferie.

Sull’argomento si sta dicendo tanto, esiste una discussione in atto sui dati, alcune differenze sostanziali tra gli enti turistici e gli esercenti, che lamentano cali, a volte assai significativi, delle presenze nelle loro strutture alberghiere, nei ristoranti e negli stabilimenti.

La discussione si è accesa a Termoli, ma non è solo nella cittadina adriatica molisana che si racconta una stagione di certo non positiva.

La questione è seria, perché nonostante le buone idee degli assessori al turismo, nonostante i p5rogetti e le ricette per il rilancio del turismo, esiste una parte consistente della popolazione, che semplicemente non può permettersi di pagarsi una vacanza estiva, di poter godere del meritato periodo di ferie.

In Europa sono 38 milioni i lavoratori che non si spostano da casa nel periodo estivo, restano nei propri paesi e città, combattono il caldo visitando spessissimo i Centri Commerciali, si riposano ma senza divertirsi, cercando di utilizzare il tempo senza spendere soldi che non hanno.

Il numero di fatto rappresenta il 19, 5% della popolazione interessata ed è un dato fornito dal Sindacato Europeo, che ha messo in evidenza come in Italia vi sia una situazione tra le peggiori.

Nel nostro Paese, infatti, a non poter andare in vacanza è il 31% dei lavoratori, un dato altissimo, che ci pone decisamente molto al di sopra della media europea, una percentuale, quella che ci riguarda, che risulta essere più del doppio di quella che si registra in Francia e Germania, dove solo il 13% dei lavoratori non può godersi il periodo delle ferie estive.

In Molise la percentuale è di certo più drammatica, perché parliamo di persone, che, pur avendo un posto di lavoro, non hanno salari adeguati.

L’impegno dei nostri politici dovrebbe essere, perciò, indirizzato a costruire un futuro che possa permettere a tutti una vita dignitosa, perché siamo sempre più vicini ad una distinzione netta tra chi può vivere e chi stenta a vivere, tra chi è decisamente ricco e chi è terribilmente povero.a